Marco Boato (Verdi) dà un giudizio diversificato sulle ultime tre legislature e promuove soltanto gli aspetti che riguardano le attività di governo
«Il Trentino oggi sta meglio di molte altre realtà italiane, ma il presidente ha registrato sbandamenti e fallimenti nelle sue numerose iniziative politiche»
Gli ecologisti «traditi per l’Udc»
Marco Boato affonda il colpo nei riguardi del presidente Lorenzo Dellai in relazione soprattutto (ma non solo) alla politica delle alleanze, che con le elezioni del 2008 ha visto «il tradimento» dell’intesa con i Verdi, cominciata già negli anni Novanta nel Comune di Trento. L’esponente ecologista rimprovera a Dellai di aver privilegiato «interessi di bottega» nei confronti dell’Udc poi sempre «altalenante» verso il centrosinistra autonomista. |
Trento, 28 dicembre 2012
«Dellai buon amministratore
Ma linea politica da bocciare»
intervista a Marco Boato
de l’Adige di venerdì 28 dicembre 2012
Marco Boato, ex senatore e tuttora rappresentante di primo piano dei Verdi trentini e nazionali, dà una valutazione non univoca delle tre legislature provinciali targate Lorenzo Dellai. Del presidente, che oggi rassegnerà formalmente le dimissioni, Boato ha un giudizio sostanzialmente diviso tra aspetti amministrativi, che superano l’esame (specie comparando il Trentino con le regioni a statuto ordinario), e profilo politico, sul quale invece l’esponente ecologista ha parecchio da rimproverare al capo della giunta provinciale.
Boato, cominciamo dal giudizio sull’attività di governo.
«Sul piano legislativo e amministrativo è stata una stagione con luci e ombre, ma complessivamente positiva, dalla quale il Trentino esce in condizioni di salute migliori rispetto al resto d’Italia, nonostante la gravissima crisi economico-sociale e istituzionale del Paese».
È nell’agire politico che, dall’osservatorio verde, i conti non tornano?
«Certo, sulla politica delle alleanze di Dellai il giudizio è negativo. Nei riguardi dei Verdi, nel 2008, il presidente ha tradito un rapporto di sostegno e di collaborazione leale che durava fin dal 1990 (al Comune di Trento), per privilegiare interessi di bottega nei confronti di una Udc che era addirittura priva di liste elettorali e poi sempre altalenante verso il centrosinistra autonomista. Devo dire che la fiducia tradita è un pessimo indicatore dell’affidabilità di un leader politico».
Dellai è stato anche un attivo creatore di laboratori politico-elettorali, realizzati o evocati.
«Su questo fronte, però, ha registrato non pochi sbandamenti, qualche fallimento e numerose iniziative “abortite”. Per esempio, immaginando nuove formazioni politiche locali che non hanno mai visto la luce, investendo in modo fallimentare sull’Api (Alleanza per l’Italia) di Rutelli di cui per anni è stato coordinatore nazionale, senza che nessuno se ne accorgesse e senza mai rendere conto pubblicamente delle scelte sbagliate».
Il futuro lo porterà nel grande centro montiano.
«Non posso che formulargli sinceri auguri: personali e per il Trentino, che Dellai insieme con altri rappresenterà nel Parlamento italiano. Tuttavia, mi lascia molto perplesso che un uomo di matrice cattolico-democratica e popolare sia finito sulla scia di un industriale come Luca Cordero di Montezemolo, per fare il fan a tutto campo di Mario Monti. Quest’ultimo, per quanto riguarda la nostra autonomia, secondo il giudizio del presidente sudtirolese Luis Durnwalder, è stato il peggior presidente del consiglio degli ultimi decenni. Una contraddizione palese con cui Dellai dovrà fare i conti sia a Trento sia Roma».
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